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La transizione energetica necessita una visione di insieme

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni è giunta a livelli che mai si erano visti prima e questo è avvenuto in ogni settore dell’attività umana, con il risultato che oggi, grazie alla tecnologia stessa, si vive meglio e più a lungo. Questa evoluzione ci deve consentire di progredire e di superare gli ostacoli che ci troviamo di fronte e che non possiamo più sottovalutare. Il progresso deve infatti essere sempre un elemento posto a servizio dell’uomo in modo che esso possa applicarlo in tutte le azioni aumentando il beneficio oppure riducendo gli impatti negativi.

Nel mondo energetico “innovazione” ha un significato molto particolare nei sistemi di produzione e nell’aumento dell’efficacia e dell’efficienza che questi hanno raggiunto del tempo. Oggi è infatti possibile generare energia elettrica utilizzando fonti rinnovabili non inquinanti senza quasi nessuna limitazione rispetto al potenziale raggiungibile. Questa nuova condizione deve essere sfruttata a pieno consentendo a tutti di poter produrre elettricità per i propri fabbisogni senza avere impatti sul territorio e sull’ambiente. Per riuscirci è indispensabile, da un lato, che vengano definite delle norme chiare e trasparenti che vadano a semplificare tale percorso e, dall’altro, che vengano approntati tutti gli strumenti tecnici necessari ad accogliere questa generazione elettrica.

Quadro normativo e quadro regolatorio devono quindi adeguarsi tempestivamente allo sviluppo tecnologico per evitare che esso venga reso inefficace dalla mancata possibilità di sfruttarlo. La transizione energetica che il nostro Paese, così come tutti gli altri a livello europeo, sta affrontando, impone la definizione di un percorso rapido di uscita delle fonti fossili dal mix di produzione e l’ingresso graduale ma sempre maggiore delle fonti rinnovabili; è indispensabile definire dei criteri che aiutino le une a uscirne senza troppi danni e le altre a sostituirle senza troppe criticità.

Per fare questo bisogna studiare e analizzare tutti gli elementi ostativi e far sì che vengano rimossi tempestivamente, ovvero che vengano adeguatamente supportate le nuove tecnologie per il raggiungimento degli obiettivi. Le peculiarità delle fonti di produzione rinnovabili sono infatti assai differenti rispetto a quelle fossili. Proprio per questo motivo è indispensabile definire tutti quegli elementi necessari a regolare il mercato elettrico del futuro che sarà supportato al cento per cento da fonti rinnovabili di energia che non possono produrre se non quando la fonte primaria (il sole, il vento e l’acqua) sono disponibili. Una vecchia battaglia, che anche gli operatori del settore stanno combattendo, è proprio quella di evitare che vengano introdotte delle penalizzazioni dal punto di vista tecnico per queste fonti di energia. L’attuale sistema di mercato prevede infatti che i produttori definiscano un programma di produzione per i giorni successivi al giorno corrente e che siano chiamati a pagare degli oneri qualora vi sia una differenza tra la produzione effettiva del singolo impianto rispetto a quella programmata. Questa è una delle tante storture che mostra un sistema elettrico disegnato su uno schema molto diverso da quello attuale, rischiando di rendere inefficace ogni sforzo di trasformazione. Penalizzare le fonti rinnovabili per la loro peculiarità tecnologica significa minare alla base la possibilità di trasformare il sistema produttivo, decarbonizzandolo.

Il Piano nazionale Energia e Clima sta per diventare operativo e gli obiettivi di decarbonizzazione che abbiamo individuato come Paese al 2030 e al 2050 necessitano di un completamento dal punto di vista degli strumenti necessari per raggiungerli. Bisogna pensare quindi ad una cabina di regia che analizzi a 360° tutti gli elementi che vincolano il raggiungimento del target a questi ostacoli. Ciò è urgente perché senza un quadro organico non si potrà arrivare in maniera efficiente al traguardo.

Da un lato la semplificazione e dall’altro l’organizzazione delle risorse devono essere gestite in maniera tale da assicurare un risultato migliore con lo sforzo minore. Abbiamo un obbligo che è quello morale di combattere i mutamenti climatici e per farlo dobbiamo mettere in campo tutte le forze possibili. Non esistono “piani b” e non esistono soluzioni facili, dobbiamo lottare con ogni forza per far sì che il progetto di salvare il pianeta si realizzi.  Serve quindi un ultimo sforzo di armonizzazione delle risorse in maniera tale da poter fornire quegli strumenti necessari a raggiungere gli obiettivi coniugando gli interessi generali.