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Il Nord è più green del Sud

Sono stati recentemente pubblicati i risultati dell’Indice di Green Economy (IGE) elaborato da Fondazione Impresa, quale indice di conoscenze comuni fruibili dagli attori economici e istituzionali, allo scopo di comprendere lo stato della Green economy in Italia e di contribuire allo sviluppo di azioni a sostegno di un’economia sostenibile.

L’indice ha permesso di risalire ad una “classifica” delle regioni italiane ed è frutto dell’incrocio di 21 indicatori di performance afferenti ai principali settori interessati alla green economy: energia, imprese e prodotti,agricoltura e turismo, edilizia, mobilità e rifiuti. 

Le variabili che compongono gli indicatori sono state selezionate sulla base dei principali aspetti che declinano la green economy, prendendo in considerazione gli indicatori che forniscono informazioni accurate, attendibili e confrontabili rispetto alle venti regioni italiane.

I dati alla base dello studio sono stati tratti da fonti ufficiali (Istat, Terna, Enea, ecc) e le informazioni statistiche al novembre 2013. È stato possibile così fotografare la situazione italiana, che presenta nello stesso tempo contraddizioni e dinamismo. (cfr tabella gli indicatori considerati nell’indice di Green Economy 2013.)

Secondo l’indice Trentino Alto Adige, Umbria e Marche sono le regioni più green d’Italia, come vediamo nella tabella. Mentre le regioni meridionali sono quelle che ottengono posizioni più basse. Il Lazio si discosta nettamente dal comportamento delle regioni del Centro, collocandosi, in controtendenza, nelle posizioni più basse della classifica. (cfr tabella)

Il divario tra Nord e Sud è notevole, le regioni settentrionali ottengono buone posizioni negli indicatori influenzati dai comportamenti dei singoli individui all’interno delle proprie case come l’edilizia, in particolare l’indicatore sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici (Trentino Alto Adige 1°, Friuli Venezia Giulia 2°, Piemonte 3°) e i rifiuti (le Regioni del Nord occupano le prime sei posizioni). 

Le Regioni del nord si comportano bene anche negli altri indicatori, eccezion fatta per agricoltura biologica, alloggi agroturistici e densità di mezzi pubblici.

Le Regioni Centrali occupano (escluso il Lazio) ottengono ottimi piazzamenti negli indicatori sui punti bio (Marche 1°, Umbria 2° e Toscana 6°) e alloggi agroturistici (Marche e Umbria ai primi 2 posti, Toscana 4°).

Risultato buono anche per l’agricoltura biologica dove primeggiano le Regioni Meridionali (Calabria, Basilicata, Sicilia e Puglia).

Dato sorprendente, per il settore energia rinnovabile le regioni che esprimono le migliori performance sono quelle del Nord. Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata la percentuale di rinnovabili maggiore, prevalentemente idroelettrico e fotovoltaico le prime due, fotovoltaico ed eolico l’ultima.

Relativamente alla carbon Intensity che misura il grado di emissioni responsabili del cambiamento climatico, la Campania è la regione che presenta il valore più basso (247,9 grammi di CO2 emessa per euro di valore aggiunto reale); Subito dopo troviamo Trentino Alto Adige, Lazio, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto. La Puglia si colloca invece all’ultimo posto (1.197 grammi di CO2 emessa per euro di valore aggiunto reale), a causa della presenza di impianti altamente inquinanti.

Rispetto al risparmio energetico certificato con i Titoli di Efficienza energetica (TEE) ai primi tre posti si trovano Puglia, Toscana e Trentino Alto Adige. Nel settore “Imprese e prodotti” c’è maggiore varietà. Trentino Alto Adige, Puglia e Toscana sono prime per diffusione di licenze Eco-label, marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori nell’ottica ambientale.

Per ciò che concerne le certificazioni ISO 14001 – rilasciate alle organizzazioni e alle imprese che soddisfano i requisiti di un sistema di gestione ambientale – l’eccellenza è rappresentata dalla Valle d’Aosta che con 875,5 certificazioni ogni 100 mila imprese, supera di molto Friuli Venezia Giulia (434,8) e Umbria (419,8).

Nel settore “agricoltura” le migliori performance sono di Calabria, Basilicata e Sicilia, prime nell’indice di imprenditorialità biologica, rispettivamente con 367,7; 204,8 e 158,4 operatori nel biologico ogni 100 mila abitanti.

Tra le regioni del Nord, solo il Trentino Alto Adige si colloca nella parte alta della classifica (5° con 147,3 operatori/100 mila abitanti). Calabria, Lazio, Umbria, Sicilia e Puglia sono le prime 5 regioni italiane per superficie agricola desti-nata alle colture biologiche (rispettivamente con il 21,8%, 14,4%, 14,4%, 13,9% e 13,3% di superficie agricola bio su quella totale.

Tra le regioni del Nord, Emilia Romagna (10°) e Liguria (11°) sono quelle che presentano i valori migliori (rispetti-vamente 7,7% e 6,9%), comunque sotto la media nazionale dell’9,1%. Le regioni dove sono più diffusi gli allevamenti biologici sono Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Sicilia, rispettivamente con 92,1, 42,2, 41,9 e 34,7 aziende zoo-tecniche biologiche ogni 100 mila abitanti.

Se per gli indicatori relativi alle produ-zioni biologiche vanno complessivamente meglio le regioni del Centro e del Sud, in quello relativo alla rete di distribuzione dei prodotti biologici la prospettiva cambia e questa volta il Nord fa “compagnia” al Centro Italia per performance, testimoniando in queste regioni una domanda più consolidata. Marche, Umbria, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Toscana risultano ai primi 6 posti e contano tra i 12,2 e i 16 punti vendita bio ogni 100 mila abitanti, contro una media nazionale di 7,2.

Con riferimento al Settore turismo, prevale il Nord nelle piste ciclabili ma Centro e Sud si distinguono per gli alloggi agro-turistici.

Tutte le regioni del Nord, ad eccezione della Liguria, occupano i primi posti della classifica sulla densità di piste ciclabili.

In cima alla classifica vi sono Lombardia, Trentino Alto Adige, e Veneto, rispettivamente con 65,3, 63,5 e 60,6 km di piste ciclabili per 100 kmq di superficie dei capoluoghi di provincia, contro una media nazionale di appena 16,6 km.

Relativamente alla diffusione di alloggi agri-turistici, tuttavia, le performance migliori sono espresse dalle regioni del Centro e del Sud; in questo caso Umbria, Marche e Molise sono le regioni più virtuose, rispettiva-mente con 6,4, 4,4 e 3,9 alloggi agri-turistici ogni 10 mila arrivi.

Per quanto riguar-da le coste non balneabili (per inquinamento), non c’è una differenza netta tra le 9  macro aree d’Italia, con Toscana, Friuli Venezia Giulia e Molise che prevalgono positivamente, contando rispettivamente l’1,0%, 1,3% e 1,7% di coste non balneabili sulle coste totali, contro una media nazionale del 6,2% e valori che in Campania superano il 17%.

Altro settore segno di essere citato è il Settore rifiuti: davanti a tutti si ritrova il virtuoso Nord Est mentre il Mezzogiorno è in difficoltà.

Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono le regioni più virtuose in materia di raccolta differenziata, rispettivamente con il 62,6%, 62,3% e 57,5% sul totale dei rifiuti urbani, contro una media nazionale inferiore al 39,9%.

Per il Mezzogiorno i risultati sono ancora molto negativi tant’è che Calabria e Sicilia chiu-dono la classifica con appena il 13,8% e il 13,3% di rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata.

Nel complesso, le regioni del Nord adottano comportamenti più virtuosi anche in materia di gestione dei rifiuti, con Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto prime per minore smaltimento di rifiuti in discarica, rispettivamente con il 7%, 8% e 11% di rifiuti urbani smaltiti in discarica, contro una media nazio-nale del 39% e regioni come la Sicilia e Calabria che vanno oltre l’80%, ed il Molise, che arriva al 105% dei rifiuti urbani smaltiti in discarica, per l’importazione di rifiuti provenienti da altre regioni.

Al Nord è inoltre meno elevata la percentuale di famiglie che dichiara difficile accesso ai contenitori per la raccolta rifiuti: In Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna sono rispettivamente il 9,3%, 10,3% e 11,5%, contro una media nazionale del 16,9% e valori che in Calabria e in Campania raggiungono rispettivamente il 25% e il 33% 

{AF}

Classifica delle Regioni Green

Elaborazione Fondazione Impresa su fonti varie

Rank 2013

Regioni

Punteggio

 

 

 

1

Trentino Alto Adige

1,004

2

Umbria

0,280

3

Marche

0,209

4

Toscana

0,176

5

Emilia Romagna

0,156

6

Veneto

0,134

7

Piemonte

0,132

8

Abruzzo

0,127

9

Friuli Venezia Giulia

0,126

10

Valle d’Aosta

0,074

11

Sardegna

0,068

12

Basilicata

0,064

13

Lombardia

0,018

14

Calabria

– 0,070

 

ITALIA

-0,015

 {/AF}

{AF}

Indicatori considerati nell’Indice di Green Economy 2013

Elaborazione Fondazione Impresa  

 

Anno

Fonte

Indicatore

Segno

 

 

 

 

 

1

2012

Terna

% di energia da fonti rinnovabili su produzione totale

+

2

2006

Enea/Istat

Carbon intensity (g CO2/ valore aggiunto reale

3

2011/2012

Aeeg/Istat

Risparmio energetico certificato con i Titoli di Efficienza Energetica (KWh/abitante)

+

4

I trim 2013

Ispra/Infocamere

Qualità ambientale dei prodotti (n° di licenze eolabel ogni 100.000 imprese)

+

5

I trim 2013

Accredia/Infocamere

Qualità ambientale di organizzazioni e imprese (n° di organizzazioni certificate ISO 14001 ogni 100.000 imprese

+

6

2012

Sinab/Istat

Operatori nel biologico ogni 100.000 abitanti

+

7

2012

Sinab/Istat

% di superficie agricola biologica su superficie agricola utilizzata

+

8

2012

Sinab/Istat

Aziende zootecniche biologiche ogni 100.000 abitanti

+

9

2012

BioBank/Istat

Punti vendita bio ogni 100.000 abitanti

+

10

2011

Istat/Eurostat

Numero di alloggi agrituristici ogni 10.000 arrivi

+

11

2011

Istat

Km di piste ciclabili per 100 kmq di superficie dei capoluoghi di provincia

+

12

2009

Istat

% di km di coste non balneabili per inquinamento su km di coste totali

13

2011

Enea/Istat

Detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici (n° richieste inviate ogni 1.000 abitanti)

+

14

2012

Gse/Istat

KW di potenza installata solare-fotovoltaica su edifici in Conto Energia ogni 1.000 abitanti

+

15

2006

Enea/Istat

Tonnellate di CO2 pro-capite da trasporti

16

2012

Aci/Istat

Numero di autobus ogni 1.000 abitanti

+

17

2011

Istat

% di occupati, studenti, utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si sono spostate per motivi di lavoro e di studio e hanno usato mezzi di trasporto

+

18

2011

Istat

Numero di stalli di sosta nei parcheggi di corrispondenza dei comuni capoluogo di provincia per 1.000 autovetture circolanti

+

19

2012

Ispra

% di raccolta differenziata su totale rifiuti urbani

+

20

2012

Ispra

% rifiuti urbani smaltiti in discarica

21

2012

Istat

% di famiglie che dichiarano difficilmente accessibili i contenitori per la raccolta rifiuti

{/AF}